Informatica Umanistica

I musei ed Internet: un’indagine sperimentale

I musei ed Internet: un’indagine sperimentale

Tratto dalla rivista “Economia della Cultura”, Anno X, 2000, n.1

di LUDOVICO SOLIMA * e ENZA SANSONE **

1. Premessa

Elementi caratterizzanti della forma-museo sembrano essere stati, da sempre, gli oggetti: i musei sarebbero istituzioni uniche dedicate ad oggetti concreti, cose fisiche, testimonianze materiali del passato1. L’attenzione prevalentemente rivolta ai manufatti si è riflessa anche nelle funzioni svolte nei secoli dai musei, con intensità e priorità variabili: collezionare, conservare, studiare. mostrare, interpretare, sono tutte attività realizzate sugli oggetti del museo. Tale orientamento, oltre ad aver condotto ad un ripiegamento dell’istituzione su se stessa, ha portato a considerare le collezioni la principale ragion d’essere dei musei, piuttosto che uno strumento attraverso cui promuovere la crescita culturale della società. Inoltre, esso ha alimentato l’immagine comune del museo come istituzione elitaria, riservata ad un pubblico di intellettuali ed esteti.

Tuttavia, in seguito al dibattito nato alla fine degli anni Sessanta di questo secolo, si è sviluppata una crescente consapevolezza dell’importanza di tali istituzioni non soltanto per la tutela delle collezioni, quanto anche per il notevole contributo che esse possono fornire alla diffusione della conoscenza nella società di cui fanno parte2. E ormai generalmente diffusa, infatti, l’opinione che il museo non possa più essere inteso solo come «tempio della conservazione dell’arte, ma come un luogo di elaborazione e produzione culturale»3.

Nell’ambito di questa considerazione più dinamica del museo, che conduce a superare l’idea di museo-deposito per giungere a quella di museo-risorsa, le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione risultano di grande importanza: esse, da un lato, rendono possibile integrare differenti tipi di informazioni, grazie allo sviluppo
della multimedialità e dell’ipertestualità; dall’altro, permettono il superamento dei limiti di spazio e tempo, rendendo disponibili le informazioni in ogni momento ed in qualsiasi contesto4. Considerando, in particolare, il sempre più rilevante sviluppo della rete Internet, va infatti osservato che la diffusione di tale strumento di comunicazione consente di ripensare in maniera radicale l’accessibilità spaziale, temporale e finanche semantica del museo, apportando notevoli contributi in tutte le aree funzionali che contribuiscono a definirne l’offerta ed influendo sull’intero processo di gestione5.

In proposito, appare significativo osservare che da alcuni anni molti istituti museali hanno iniziato a presentare i propri programmi culturali attraverso Internet, mediante la realizzazione di un sito web6 che offre informazioni sulle collezioni, le attività svolte o in programma, notizie bibliografiche, collegamenti ipertestuali (link) ad altri siti presenti in rete.

Secondo la ripartizione adottata da Piacente7, tali siti possono essere distinti in tre tipologie: nella prima, i siti web museali risultano equivalenti ad una «brochure elettronica», vale a dire una sorta di pagina pubblicitaria usata per promuovere il museo e fornire informazioni di base. La seconda, definita come «museo nel mondo virtuale», rappresenta la trasposizione in Internet del museo reale, attraverso l’utilizzo di strumenti quali piante, mappe, immagini, collezioni ed esposizioni virtuali. Infine, la terza tipologia, definita di «vera interattività», presenta pagine web che hanno relazioni con il museo reale, ma soprattutto aggiungono o reinventano il museo, invitando il pubblico a fare altrettanto.

Un’altra tipologia di sito web museale, ulteriore rispetto a quelle identificate da Piacente, è quella definibile come «museo-database», che si risolve nella traduzione, in formato elettronico, del catalogo testuale e/o figurativo dell’istituzione museale, che consente agli utenti di interagire con il sistema al fine di ottenere le informazioni desiderate.

Le tipologie individuate sono state collocate all’interno di una matrice descrittiva (fig. l), costruita sulla base di quattro parametri – dimensione informativa/interattiva, rappresentazione reale/virtuale – che costituiscono le caratteristiche prevalenti dei siti web museali. Tale schema grafico consente di posizionare i siti all’interno di questa matrice e di identificare, pertanto, il tipo di informazione veicolata e le modalità comunicative adottate.

Nell’ambito di una crescente attenzione, soprattutto in campo internazionale, nei confronti della presenza dei musei in rete, alcuni studi stranieri hanno inteso verificare quali siano gli obiettivi che i musei si propongono di raggiungere attraverso il proprio sito web.

Dimensione informativa, BROCHURE ELETTRONICA, MUSEO VIRTUALE, Rappresent. reale, Rappresent. virtuale, MUSEO-DATABASE, MUSEO INTERATTIVO, Dimensione interattiva

Fig. 1. – Le tipologie dei siti web museali.

Per quanto attiene specificamente la situazione dei musei italiani, essa appare quasi del tutto inesplorata8 pertanto, la ricerca presentata in questa sede – che ha avuto come obiettivo primario l’analisi delle caratteristiche dell’attuale offerta di informazioni sulla rete Internet9 – intende costituire un ulteriore contributo ad un lavoro di studio ed analisi che presenta significativi spazi di ulteriore sviluppo.

2. Metodologia

La ricerca è stata svolta in due fasi temporalmente e metodologicamente distinte, che hanno coperto un lasso di tempo di circa tre mesi (aprile-giugno 1999). La prima fase è consistita in un accurato censimento dei siti museali italiani presenti in Internet, attraverso una metodologia fortemente empirica, ma peraltro già utilizzata in analoghe indagini sul web10, incentrata sull’impiego di diversi motori di ricerca ed altre tipologie di indici. Pertanto, ci si è avvalsi, da una parte, dei maggiori motori di ricerca a livello internazionale e nazionale (Altavista e Yahoo!.it) e di una guida selettiva ai siti web italiani (Virgilio) e, dall’altra, di elenchi specializzati quali Museionline e Virtual Library museums pages (VLmp); inoltre, validi suggerimenti sono stati forniti dai partecipanti alla lista di discussione Musei-IT.

Questa prima attività di ricerca ha prodotto come risultato un elenco dei musei italiani che dispongono di proprie pagine web11: le presenze museali italiane in rete sono risultate 162, pari a circa il 5% dei 3.232 istituti presenti nel Paese12.

I 162 musei in rete individuati sono stati successivamente analizzati sotto due profili qualitativi: innanzi tutto, è stato assegnato a ciascun sito un indicatore numerico in grado di rispecchiare la loro complessità ed il grado di evoluzione del sito stesso, valutando alcuni specifici elementi, vale a dire la numerosità ed articolazione delle pagine, il livello di interattività, la qualità grafica, l’offerta di servizi. In particolare, la prima caratteristica (la numerosità ed articolazione delle pagine), è stata valutata sulla base di un’attenta esplorazione del sito, prestando attenzione non soltanto agli aspetti puramente quantitativi, ma anche alla chiarezza dei percorsi ed alla struttura delle pagine web; il livello di interattività, invece, e stato indagato verificando le scelte che gli utenti sono chiamati ad effettuare, nonché l’eventuale offerta di liste di discussione, giochi, questionari on-line. contatti via e-mail con il personale del museo, ecc. Per ciò che concerne la qualità grafica, essa e stata analizzata sia da un punto di vista estetico, sia in relazione alla rispondenza alle caratteristiche dello specifico strumento utilizzato (la rete). Infine, l’ultimo punto ha riguardato l’eventuale offerta di servizi per gli utenti quali, ad esempio, la prenotazione dei biglietti di ingresso, la vendita di prodotti editoriali on-line, l’offerta di corsi e materiali didattici.

Il secondo aspetto qualitativo, di interesse relativamente ridotto rispetto agli obiettivi della ricerca, attiene alle versioni in lingua straniera che ciascun sito è in grado di proporre; la diffusione dei contenuti del sito in più lingue, infatti, può essere considerato indice di una concezione evoluta della rete, la quale si caratterizza per la sua diffusione a livello mondiale.

Le informazioni raccolte sono state, quindi, utilizzate per pervenire alla definizione di un universo di riferimento utile al proseguimento della ricerca: coerentemente con gli obiettivi di quest’ultima, come si è detto prevalentemente indirizzati alla comprensione del rapporto tra musei e web, si e scelto di selezionare esclusivamente quei siti caratterizzati da un significativo livello di complessità, escludendo, di conseguenza, le presenze in Internet identificabili come semplici «brochure elettroniche». Il campione così individuato, il cui profilo costituisce l’offerta più articolata espressa attualmente dai musei italiani in rete, e risultato composto da 35 istituti, pari a circa il 22% di tutti i siti individuati e all’l% dei musei italiani.

La seconda fase dell’indagine e consistita nell’invio di un questionario, strutturato con domande prevalentemente a risposta multipla, ai responsabili dei 35 musei individuati per la ricerca. Il questionario è stato suddiviso in due sezioni concettualmente distinte: la prima, comprendente sette domande relative specificamente al sito web; la seconda, invece, attinente, in maniera più generale, alla dotazione ed all’impiego delle nuove tecnologie nei musei.

Sembra opportuno porre in evidenza due circostanze di rilievo: in primo luogo, il canale utilizzato per la trasmissione del questionario è stata la stessa rete, mediante messaggi di posta elettronica indirizzati ai diversi istituti museali e contenenti in allegato il questionario; in secondo luogo, la concertazione della ricerca con l’Ufficio Studi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ha consentito di trasmettere ai musei coinvolti – ancora una volta in allegato ai messaggi di posta elettronica – una lettera di adesione agli obiettivi dell’indagine da parte dello stesso Ufficio Studi.

Il riscontro presso i musei e apparso senz’altro soddisfacente, avendo ottenuto la restituzione, in formato digitale, di 20 questionari compilati, pari al 57% degli istituti contattati13. I dati raccolti sono stati, quindi, elaborati, al fine di evidenziare le tendenze più rilevanti all’interno del gruppo dei musei che hanno aderito all’indagine14.

3. Risultati.

3.1. Gli scopi attribuiti al sito

La prima domanda rivolta ai responsabili museali era tesa ad individuare gli scopi specifici attribuiti ai siti web (tab. 1): le risposte con priorità alta (indici 2 e 3) – fornite da oltre il 90% dei rispondenti – hanno riguardato due tipologie di obiettivo molto generali, quali l’accesso più ampio alle collezioni e la diffusione di informazioni relative al museo ed alle sue attività. In particolare, sia l’aspetto informativo che l’accesso alle collezioni assumono, nelle intenzioni dei musei, la massima priorità – pari all’indice 3 – per il 75% degli istituti rispondenti.

Obiettivi quali l’offerta di servizi (prenotazione e vendita biglietti, link ad altre risorse Internet, ecc.), la generazione di nuove fonti di reddito o la creazione di liste di discussione non sembrano, invece, di grande interesse per i siti museali italiani evidenziando, pertanto, una concezione di Internet sostanzialmente ancora poco evoluta e non in linea con le reali potenzialità rese disponibili dalla rete. Infatti, solo il 35% dei rispondenti attribuisce alla fornitura di servizi attraverso il sito un’importanza significativa (indici 2 e 3) ed unicamente il 15% dei musei ha indicato questa opzione come uno degli obiettivi assolutamente prioritari della propria presenza su Internet. In maniera analoga, il 30% degli istituti rispondenti colloca la generazione di reddito fra gli obiettivi del sito di priorità 1 (bassa) e solo il 5% attribuisce a tale scopo priorità media.

Per quanto attiene ad una delle funzioni che per i siti museali potrebbero costituire un punto caratterizzante, cioè la creazione di liste di discussione – finalizzate, da un lato, alla diffusione tra i visitatori reali e/o virtuali di notizie inerenti le attività del museo, e dall’altro all’apertura di nuovi canali di comunicazione e discussione tra l’istituzione ed il suo pubblico, sia potenziale che reale – appare deludente constatare che questo elemento rientra tra gli scopi del sito con priorità 2 o 3 solo nel 10% dei casi.

TAB. 1 – Lo scopo generale del sito

Priorità
0
Priorità
1
Priorità
2
Priorità
3
MR Totale
Promuovere un accesso più ampio alle collezioni 5% 5% 20% 70% 0% 100%
Fornire informazioni inerenti il museo e le sue attività 0% 0% 23% 70% 5% 100%
Fornire servizi (prenotazione, vendita biglietti, link altri siti) 60% 5% 20% 15% 0% 100%
Produrre nuove fonti di reddito 40% 30% 5% 0% 25% 100%
Stimolare la creazione di liste di discussione (newsgroup) 50% 35% 5% 5% 5% 100%
Altro 20% 0% 0% 10% 70% 100%

Infine, risulta significativa la circostanza che solo due musei abbiano indicato tra i propri obiettivi 111 vo1onlà di sperimentare esperienze di carattere innovativo, quali la didattica on-line e la collocazione in rete di un catalogo bibliografico.

3.2. Il ricorso alle partnership

I siti sono realizzati in più della metà dei casi (pari al 55%) in completa autonomia da parte dei musei; i1 rimanente 45% degli istituti, invece, ha attivato collaborazioni importanti (priorità 2 e 3), prevalentemente con Università/Centri di ricerca (33% dei rispondenti) ed imprese (44%).

3.3. Le direttrici evolutive

Tutti i siti dei musei rispondenti hanno conosciuto uno sviluppo nel corso del tempo; la direzione assunta da tale evoluzione è stata, in coerenza con gli scopi del sito di cui si è detto in precedenza, prevalentemente indirizzata verso un incremento delle informazioni relative al museo ed una più ampia presentazione delle collezioni; in particolare, va rilevato che il grado di priorità più alto riguarda la presentazione delle collezioni (65%). Una maggiore attenzione rivolta all’interattività del sito, invece, è stata adottata come criterio guida (priorità 2 e 3) dalla metà degli istituti: si distinguono, in tal senso, i1 15% dei musei rispondenti, che sembra aver proceduto nel1a direzione del1’interattività con maggiore convinzione.

I responsabili dei contenuti.

In maniera abbastanza prevedibile, i contenuti dei siti museali sono, di norma, di competenza del personale dei musei (nel 70% dei casi) e degli esperti informatici. In modo molto superficiale risultano coinvolti, nello sviluppo dei contenuti, esperti di marketing e volontari. Su quest’ultimo punto si distingue il 5% degli istituti museali, che attribuisce il massimo valore di priorità allo sviluppo dei contenuti da parte dei volontari. ln un caso – cinque musei che fanno capo ad un’unica Soprintendenza – i contenuti in rete sono curati dal personale del Centro di Documentazione della Soprintendenza stessa.

3.4. Il pubblico di riferimento

Il pubblico cui i musei prevalentemente intendono rivolgersi attraverso il proprio sito è ristretto, sostanzialmente, a tre tipologie principali di soggetti: i visitatori potenziali (tutti i musei rispondenti), i ricercatori e le comunità scientificaca (il 70% dei rispondenti), gli studenti (il 60% dei rispondenti), (cfr. tab. 2).

Ad un livello intermedio si collocano due ulteriori categorie di fruitori, gli utenti generici della rete ed i soggetti istituzionali, rispetto ai quali il 30% dei musei dichiara di prestare particolare attenzione. A tale riguardo, risulta apprezzabile l’intenzione da parte di sei istituti contattati di utilizzare lo strumento Internet per costruire o mantenere un rapporto con una categoria importante di stakeholder quali, appunto, i soggetti istituzionali. All’interno di questo quadro, si distinguono, da un lato, un museo che afferma di rivolgersi anche alla categoria dei finanziatori/sponsor, e dall’altro, un museo che, attraverso il proprio sito web, intende raggiungere anche il settore dell’associazionismo e del volontariato.

TAB. 2. – Il pubblico di riferimento del sito *

Visitatori potenziali 100%
Soggetti istituzionali 30%
Ricercatori/Communità scientifica 70%
Finanziatori/Sponsor 5%
Studenti 60%
Mondo imprenditoriale 0%
Utenti generici della Rete 30%
Associazionismo/Volontariato 5%
Donatori 0%
Agenzie di viaggio/Tour operutor 0%
Membri 0%
Altro 0%

* Massimo tre risposte.

3.5. Le ricerche sui visitatori

È stato quindi chiesto ai musei contattati se conducono delle ricerche per conoscere meglio gli utenti del proprio sito: l’85% dei rispondenti ha risposto affermativamente, anche se più di un terzo (il 35%) ha specificato di adottare un metodo piuttosto semplificato, che consiste nel conteggio degli «hit».
Metodi magiormente evoluti vengono adottati dal 24% dei musei per quanto riguarda la localizzazione del dominio dei visitatori, la durata della visita e le pagine visitate, e dal 6% del campione che propone questionari on-line ai propri visitatori virtuali.

3.6. La generazione degli introiti

Poco più di un terzo dei siti analizzati (vale a dire il 35%) genera entrate economiche a beneficio del museo, e nel 29% dei casi cui è attribuita una rilevante importanza (priorità 2 e 3) ciò avviene attraverso la vendita on-line dei cataloghi (tab. 3).

Particolarmente interessanti sono risultate le risposte fornite da due musei: l’uno ha affermato di ricavare degli introiti attraverso la concessione dei diritti di riproduzione delle opere del museo; l’altro fornisce, invece, un servizio di ricerche bibliografiche tematiche su richiesta degli utenti (via e-mail), nonché riproduzioni parziali di testi per la ricerca, individuati dagli utenti nel catalogo bibliografico del Centro Informazione e Documentazione (CID)/Arti Visive.

TAB. 3. – Le atttività del sito che generano introiti

Priorità
0
Priorità
1
Priorità
2
Priorità
3
MR Totale
Vendita biglietti 43% 29% 0% 14% 14% 100%
Vendita cataloghi 14% 14% 29% 29% 14% 100%
Vendita gadget 57% 14% 0% 14% 14% 100%
Consultazione database 57% 14% 14% 0% 14% 100%
Servizi didattici 57% 0% 14% 14% 14% 100%
Altro 14% 14% 14% 14% 14% 100%

4. Conclusioni

I risultati dell’indagine, seppure sinteticamente esposti, sono apparsi coerenti nel fornire alcune indicazioni potenzialmente in grado di aprire nuove prospettive di ricerca.

La presenza museale italiana in rete appare ancora largamente sottodimensionata sotto il profilo meramente quantitativo. ed ancor più sotto quello qualitativo, se si tiene opportunamente conto del fatto che solo il 22% dei siti individuati può essere considerato discretamente articolato, vale a dire dotato di caratteristiche che lo rendono diverso da una semplice brochure elettronica.

Una delle circostanze più interessanti ha riguardato, invece, il grado di coinvolgimento e di attenzione delle strutture museali nei confronti della ricerca svolta: il tasso di risposta – pari al 57% dei musei contattati – può essere considerato un segnale senza dubbio molto positivo della volontà dei musei stessi di contribuire all’accrescimento delle conoscenze relative all’impiego di Internet in ambito museale.

Per quanto riguarda i dati ottenuti attraverso i questionari, in larga misura essi hanno fornito informazioni univoche, che delineano un profilo dell’offerta museale italiana in Internet ancora scarsamente dinamica e creativa nella gestione della tecnologia di rete; ci si riferisce in particolare a:

  • gli obiettivi attribuiti ai siti web, in cui si avverte la mancanza di tensione verso la fornitura di servizi innovativi e verso la creazione di «luoghi» ed occasioni di incontro e confronto con e fra gli utenti;
  • la tendenza a procedere in maniera autonoma nella elaborazione dei progetti culturali sul web, senza avvalersi di competenze e know how esterni, nonché di altri potenziali vantaggi derivanti dalla realizzazione di partnership;
  • la scarsa applicazione dei principi di interattività che, invece, dovrebbero caratterizzare l’evoluzione dei siti web;
  • la diffusa mancanza di attenzione nei confronti di stake-holder importanti sotto il profilo qualitativo quali i soggetti istituzionali, i finanziatori/sponsor, il mondo imprenditoriale, il settore dell’associazionismo ed infine quello del turismo (tour operator ed agenzie di viaggio);
  • i metodi parzialmente superficiali con i quali si cerca di conoscere il profilo e le esigenze degli utenti dei propri siti;
  • il contenuto interesse verso nuove strade da percorrere per la generazione di introiti aggiuntivi, attraverso lo sfruttamento delle potenzialità commerciali della rete.

Tali osservazioni non costituiscono un complessivo giudizio negativo sull’operato dei musei in relazione ai nuovi strumenti tecnologici, ed in particolare ad Internet, quanto piuttosto una fotografia dell’attuale situazione italiana dell’offerta museale, in grado di delineare le possibili direttrici di crescita di questo strumento di gestione e fruizione del patrimonio culturale.

Note

* Ricercatore di Economia e Gestione delle Imprese presso la Facoltà di Economia della Seconda Università degli Studi di Napoli – Via dei Mille 16 – 8012] Napoli – Tel. 081-417337 – Fax O81-422065, e-mail: lsolima@dial.it. Ha curato la premessa, la metodologia e le conclusioni.

** Dottoressa in Conservazione dei beni culturali – Vico Freddo a Donnalbina 2 – 80134 Napoli – Tel./Fax 081-5518123, e-mail: sansone@softhome.net. Ha curato il paragrafo relativo ai risultati dell’indagine.

1 Mottola Molfino, A. (1991), Il libro dei musei, U. Allemandi; Kavanagh, G. (1994), Museum Provision and Professionalism, Routledge.

2Weil, S. (1991), «The Proper business of the museums: ideas or things?», in Museum Provision and Professionalism (a cura di G. Kavanagh), Routledge; si veda anche MacDonald. G.F. e S. Alsford (1991), «The museum as information utility», Museum Management and Curatorship, n. 10, pp. 305-311.

3 Branca, A. (1992), «Musei e multimedialità. Metodi e criteri», in L’immagine e la memoria (a cura di P.A. Valentino), Leonardo Periodici.

4 Sansone, V. (1999), Musei e nuove tecnologie, tesi di laurea, Istituto Suor Orsolal Benincasa di Napoli. In relazione all’applicazione delle nuove tecnologie nei musei, risultano di fondamentale importanza i testi di Jones-Garmil, K. (1997), The Wired Museum. Emerging Technology and Changing Paradigms, American Association of Museums, e di Thomas, S. e A. Mintz (1998), The Virtual and the Real: Media in the Museum, American Association of Museums.

5 Solima, L. (1998), La gestione imprenditoriale dei musei, CEDAM.

6 Il world-wide web – detto anche «www» o semplicemente «web» – è un sistema di organizzazione dei documenti (testi, immagini, suoni) registrati su un numero indefinito di computer collegati in rete; un «sito» è una locazione sul world-wide web che pubblica qualunque genere di informazioni.

7 Piacente, M. (1996), Surƒ’s up: Museums and the world wide web, cit. in Teather. L. e K. Wilhelm (1999), «Web Musing»: Evaluating Museums on the Web from Learning Theory to Methodology», in Museums and the Web 99: Selected Papers (a cura di D. Bearman e J. Trant), documenti Internet, www.archimuse.com/mw99/papers.html.

8 Vanno segnalati, quali uniche eccezioni, gli studi di Moretti, A. e S. Micelli (1997), Il museo virtuale: dalle esperienze ai modelli, Rapporto di ricerca del Consorzio Venezia Ricerche; Berni, M. e L. Barattin (1997), «Il museo di Storia della Scienza di Firenze su Internet: un’analisi delle consultazioni», in Iƒormati della memoria. Beni culturali e nuove tecnologie alle soglie del terzo millennio (a cura di P. Galluzzi e P. Valentino), Giunti, in relazione al sito degli Uffizi; Gaia, G. (1999), «Promoting a Museum Website on the Net», in Museums and the Web 99: Selected Papers (a cura di D. Bearman e J. Trant), documenti Internet, www.archimuse.com/mw99/papers.html. relativamente al Museo della Scienza di Milano.

9 Una seconda area di analisi – di cui, per esigenze di sintesi, non si darà conto in questa sede – ha riguardato la dotazione tecnologica dei musei presi in esame, in relazione all’impiego di Internet in ambito museale. Sono stati verificati, pertanto, l’impiego dei computer ai fini delle attività museali, la loro eventuale accessibilità al pubblico, l’uso degli strumenti di Internet da parte dei musei e le attività cui sono finalizzati ed infine la possibile realizzazione e diffusione di prodotti multimediali. Sotto questo profilo, le principali problematiche emerse riguardano soprattutto il contenuto sfruttamento delle potenzialità della rete Internet a beneficio delle attività museali; tale strumento, infatti, laddove previsto, viene utilizzato solo nelle sue forme più elementari (world-wide web ed e-mail), e risulta poco o per niente impiegato a servizio delle diverse aree funzionali (conservative, espositive, didattiche, di servizio).

10 Si vedano, a titolo di esempio, le metodologie di indagine adottate in Forte, M. e M. Franzoni (1998), «Il museo virtuale: comunicazione e metafore», Sistemi Intelligenti, n. 2, pp. 193-239, ed in Moretti, A. e S. Micelli (1997), Il museo virtuale: dalle esperienze ai modelli, Rapporto di ricerca del Consorzio Venezia Ricerche.

11 Malgrado non possa escludersi che un certo numero di istituti presenti in Internet sia sfuggito all’individuazione, tuttavia alcuni elementi, quali la ridondanza delle indicazioni ottenute attraverso i diversi strumenti di ricerca impiegati, può far ragionevolmente ritenere sufficientemente accurato il risultato ottenuto.

12 Primicerio, D. (1991), L’Italia dei musei, Electa. Si tratta di una prima indicazione di massima di grande rilevanza, in quanto ridimensiona drasticamente la presenza museale in Internet rispetto ad una percezione diffusa tra gli osservatori.

13 I musei che hanno partecipato all’indagine sono i seguenti: Museo della Specola (Bologna), Museo Storico (Trento), Museo della Scienza (Milano), Museo di Storia Naturale (Pisa), Museo Civico Archeologico (Bologna), Museo di Casa Buonarroti (Firenze), Museo Archeologico Nazionale (Napoli), Museo Civico Cascella (Pescara), Museo delle Genti d’Abruzzo (Pescara), Museo di Fisica (Napoli), Centro per l’Arte Contemporanea «L. Pecci» (Prato), Musei degli Usi e Costumi della Gente Trentina (Trento), Istituto e Museo di Storia della Scienza (Firenze), Musei di Palazzo Famese (Piacenza), Musei di Palazzo Pitti (Firenze), Galleria dell’Accademia (Firenze), Museo degli Argenti e delle Porcellane (Firenze), Museo di San Marco (Firenze), Museo Nazionale del Bargello (Firenze), Museo di Capodimonte (Napoli). Ad essi vanno aggiunti i seguenti istituti museali, per un totale di 35 musei contattati: Museo Bagatti Valsecchi (Milano), Galleria degli Uffizi (Firenze), Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari (Roma), Fondazione Antonio Mazzotta (Milano), Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo (Chieti), Galleria d’Arte Moderna (Bologna), Galleria Estense (Modena), Museo Astronomico e Geofisico (Modena), Galleria Doria Pamphilj (Roma), Museo Amedeo Lia (La Spezia), Museo Egizio (Torino), Museo di San Matteo (Pisa), Museo Leonardo da Vinci (Firenze), Museo di Storia Naturale (Trento), Museo della Fondazione Querini Stampalia (Venezia).

14 Appare opportuno segnalare che nella presentazione dei dati elaborati non sono stati effettuati specifici riferimenti ai singoli istituti museali coinvolti, nel pieno rispetto delle norme relative alla tutela della privacy.